domenica 18 dicembre 2011

Ferrovie imolesi

La gloriosa FS625
Tra gli eventi degni di nota dell'anno 1861, di cui ricorre il centocinquantesimo anniversario quest'anno, m'era sfuggita l'inaugurazione della ferrovia Bologna-Ancona: un manufatto attuale, ma anche un cimelio risorgimentale. Della tratta Bologna-Imola si parla da mesi in paese, con toni anche accesi. Un motivo in più per riandare al passato remoto dei binari in questione.
Il primo atto esecutivo è d'epoca pontificia: il governo del papa attribuì la Facoltà di costruire la strada ferrata al Marchese di Casa Valdes nel 1856, che avrebbe dovuto provvedere alla realizzazione in dieci anni, in cambio di una concessione di novantacinque. Tra 1859 e 1860, però, tutti i territori interessati furono annessi al Regno di Sardegna, che si andava espandendo sotto la guida di Cavour. La ferrovia fu inaugurata l'1 settembre 1861 per il tratto Bologna-Forlì e il 17 novembre nel suo percorso complessivo: nasceva in un'Italia che aveva sei mesi appena. Rimase proprietà di compagnie private fino alla nazionalizzazione giolittiana del 1905.
L'1 settembre 1861 vennero inaugurate anche la stazioni tra Bologna (Km 0+000) e Imola (34+056): Mirandola-Ozzano (10+906), Varignana (16+256), Castel S. Pietro (23+034). Al mutare della società e del territorio, nonostante le distruzioni dell'ultima guerra, l'assetto della ferrovia s'è mantenuto singolarmente costante. La linea è stata elettrificata, quindi computerizzata; gli attraversamenti sono stati messi in sicurezza, ma, fino a pochi anni fa, le stazioni erano ancora quelle del 1861. Nel 2003 la stazione di Mirandola-Ozzano fu avanzata al Km 13+013, perdendo Mirandola nel nome. Nel 2008 fu aperta la stazione a S. Lazzaro di Savena (6+545): il paese di 4.874 abitanti del 1861 era diventato da tempo un quartiere satellite di circa 30.000 abitanti, in piena continuità con la periferie orientale di Bologna.
Curiosa è la funzione che fu di Mirandola-Ozzano, utilizzata nella prima metà del Novecento come "Stazione Porta": adibita, cioè, allo smistamento del traffico merci proveniente dall'Adriatico meridionale verso diverse stazioni e centri di smistamento in Bologna. Lo snodo bolognese, che s'era presto trovato a essere il punto in cui convergono tutte le lineee ferroviarie più importanti della penisola, ha sempre sofferto della scarsità di binari disponiobili presso la Stazione Centrale: cinque solamente a inizio Novecento. Anche oggi, con l'Alta Velocità, Bologna si trova a corto di binari e le Ferrovie dello Stato, seguendo le tradizione, lavorano per aumentarne il numero presso la Stazione Centrale, scavando una seconda stazione sotterranea. Milano, altro snodo ferroviario fondamentale, ha invece una tradizioe ferroviaria diversa, basata su una molteplicità di stazioni collegate in rete, che s'è espressa in anni recenti nella realizzazione di una circonvallazione ferrata, il Passante.

Tramvia Bologna-Imola

A collegare Bologna con Imola c'era da tempo immemorabile la via Emilia, parallelamente ad essa la ferrovia Bologna-Ancona e,a partire dal 1886, una tramvia che affiancava la statale, di cui qualcuno in paese ancora ricorda il passaggio, o sa identificare le opere accessorie. La tramvia permetteva di percorrere i 37.5 Km tra Imola e Porta Mazzini a Bologna in un'ora e mezza: poco più tempo di quanto oggi riesce a fare la linea 101 dell'ATC. La linea ferrata era proprietà della Società Veneta, privata; il vettore era il locomotore a vapore della fotografia qui sopra. Allo scadere della concessione cinquantennale, nel 1935, non avendosi provveduto all'elettrificazione, la linea fu abbandonata e sostituita da un servizio di corriere; più in linea con la filosofia del "su gomma" dei trasporti che sarà di gran parte del Novecento, e che ridurrà il movimento dei pendolari all'incubo di traffico che ben conosciamo.
La tramvia aveva una stazione a Dozza, così come oggi, sul nostro comune, esistono fermate del 101 che permettono di raggiungere il centro di Bologna in un'ora; come a fine Ottocento trainati da una locomotiva a vapore.

Concessione per la ferrovia Massa Lombarda - Fontanelice.

Un altro tratto di strada ferrata dell'imolese, oggi scomparso, era la linea ferrioviaria che da Massa Lombarda raggiungeva, attraversando Imola, Fontanelice. Il prolungamento per Castel del Rio, pur nei progetti, non fu mai realizzato. La tratta Imola-Fontanelice fu inaugurata nel 1914, realizzata dalla milanese Società Italiana Ferroviaria Anonima Costruzioni ed Esercizi (SIFACE). Trasformatasi in Santerno Anonima Ferroviaria (SAF) nel 1924, procedette all'attivazione del tronco Imola-Massa Lombarda nel 1934. I danni riportati nel 1944, quando il fronte s'era fermato sul Senio, indussero la SAF a rinunciare al trasporto su ferro, per passare a servizi su gomma, che vennero mantenuti sino al 1973.


Fonti: wikipedia, Provincia di Bologna, Treni di Carta, Archivio Storico Imolese...

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