mercoledì 23 marzo 2011

Primo Casalini: un ricordo


Un anno fa, il 16 marzo 2010, moriva Primo Casalini, di cui ero amico e alle cui attività in rete avevo collaborato -senza il suo talento e senza costanza- per qualche anno. Ci eravamo conosciuti nel 2002, ai tempi dei movimenti politici neo-ulivisti, ma la nostra amicizia era poi cresciuta ad abbracciare altri interessi. Ci siamo incontrati di persona meno di dieci volte in tutto, ma eravamo in continuo contatto per via di posta elettronica.
Solimano, il nick di Primo, era un ingegnere dell'IBM prepensionato durante una delle tante ristrutturazioni della multinazionale. Veniva da una famiglia operaia emiliana, il padre era ferroviere, ma abitava da tempo a Monza. Alla solida preprazione degli ingegneri, Solimano univa una curiosità onnivora per la cultura, una preparazione quasi professionale nell'arte e un pensiero sempre in movimento, libero e creativo, ma anche critico e rigoroso. Per Primo la cultura non era un interesse in sé, ma un modo per stare nella vita; un punto di vista sulle cose grandi e su quelle piccole; il tratto comune a un piatto di tortellini, alla difficoltà di rapportarsi con gli altri, a un paesaggio intravisto dal finestrino d'un treno. Credeva che tutto ciò non fosse campo esclusivo dei filosofi e degli artisti, che riconosceva come maestri, ma che potesse e dovesse essere alla portata di chiunque.
Ciascuno di noi, avendo di tanto in tanto esperienze intense e possedendo un linguaggio, è in grado di scrivere cose interessanti e istruttive, di valore universale. Non sarà necessariamente arte o letteratura, certo, ma nel mondo di internet non c'è più la necessità di pubblicare: tutti possono scrivere per un pubblico sconfinato. Il fatto che ciò avvenga senza spese e senza grande sforzo editoriale, però, non deve indurre alla sciatteria e alla vuota chiacchera. Ha senso scrivere solo se si guarda alla qualità. La qualità, scrivendo in rete, è la considerazione per quelli che leggono e, quindi, lo sforzo di scrivere con verità. Sulla verità, ciascuno di noi è giudice di sestesso: l'importante è essere giudici critici e sinceri. E scegliere bene le immagini.
Spero di aver riassunto fedelmente lo spirito della teoria che Primo aveva più volte illustrato al piccolo e mutevole gruppo dei suoi collaboratori.
Tra le iniziative di Primo vi sono diversi blog. Uno di quelli che lui amava di più era abbracci e popcorn, un blog di cinema che, in poco più d'un anno, aveva fatto un milione e mezzo di visite. Doveva essere un blog sul cinema come lo si vede da spettatori, non da critici, né da lavoratri del cinema. Era andato, secondo me, ben al di là di questo obiettivo iniziale. Rimando, in quel blog, a un bellissimo pezzo di Primo sulla pittura nel Decameron di Pasolini. Tipicamente, Primo vi analizza minutamente la maniera in cui Pasolini aveva cercato di rendere attuale e cinematgrafica la visione di Giotto, facendo dialogare diverse epoche e mezzi artistici, come spesso accade nella poetica pasoliniana.
Primo era anche impegnato nella sua Monza: aveva contribuito a creare diverse associazione di successo e collaborava spesso alla bella rivista monzese online Arengario, tutt'ora vitalissima.
Scrivo qui di Primo non solo per l'amicizia che ci legava e per gratitudine per tutto ciò che, soprattutto in campo artistico, ho imparato da lui; ma anche perché -curando questo blog per l'associazione Incontri- ho saccheggiato le sue idee in merito ai blog e persino l'impostazione grafica particolare. In rete si trovano diverse cose scritte in ricordo di Primo; metto il link a quella che scrissi per avvisare i naviganti che Abbracci e Popcorn s'era interrotto per una ben triste causa.

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