sabato 11 dicembre 2010

S. Donnino a Fidenza




Nicola


Se si dovesse trovare un santo protettore per la via Emilia, la mia scelta cadrebbe su Donnino, martire e santo on the road. Le notizie sul santo, scarne e di molto posteriori, non danno indicazioni sulla nazionalità del cittadino romano Donnino. Sappiamo però che Donnino era un importante funzionario presso Massimiano (250-310), augusto d'Occidente (286-305) al tempo in cui Diocleziano, ferocissimo persecutore dei cristiani, era augusto d'Oriente. La corte si trovava in Gallia, ai confini della Germania, quando Donnino, convertitosi al cristianesimo, chiese all'imperatore e ottenne di poter lasciare con altri cristiani il servizio, per poter praticare liberamente la fede. Massimiano, però, ebbe un ripensamento: Donnino si trovò a fuggire, inseguito dalla guardia imperiale. Passate le Alpi, attraversato il Po, si vide rifiutato asilo a Piacenza, che tenne chiuse le porte della città. Proseguì la sua cavalcata lungo l'Emilia, ma fu catturato e immediatamente decapitato presso l'odierna Fidenza, appena a Nord del torrente Stirone. Possiamo solo immaginare il raccapriccio e il terrore dei suoi carnefici quando il corpo del martire s'alzò, prese la propria testa tra le mani e attraversò il torrente, per adagiarsi definitivamente sulla riva meridionale.
Il luogo della sepoltura diventò un santuario e il municipio romano di Fidentia, lì accanto, riemerse dai secoli bui un pò prima dell'anno mille col nome di Borgo San Donnino, che conservò fino a quando, nel 1927, in pieno revival neo-imperiale, lo si volle ribattezzare Fidenza.
Sulla facciata del Duomo di Fidenza, l'Antelami e i suoi aiuti rappresentarono la storia di S. Donnino in una bellissima fascia di bassorilievi. S'era tra il 1180 e il 1200, anni in cui l'Europa e l'Italia fervevano di attività, idee, conflitti, progetti. Borgo San Donnino era un importante snodo della via francigena che lì, come il martire in fuga, finiva il suo tratto di percorso sull'Emilia. Scegliendo la maniera in cui rappresentare ai pellegrini la vita del santo, s'erano valorizzati gli elementi del viaggio, compreso l'attraversamento delle Alpi, che nei pellegrini doveva essere memoria recente. Dalle Alpi, del resto, venivano l'Antelami e i suoi mastri comacini. Possiamo addirittura ipotizzare che il percorso del martire sui bassorilievi sia una figura di quello compiuto dai pellegrini provenienti dalla Francia; che Borgo San Donnino, quindi, proponesse sè e il suo martire come figure di Roma e delle sue reliquie.
Tornando l'Europa a una dimensione unitaria, pur con tutte le sue contraddizioni, e ottimisticamente, talvolta arrogantemente proiettata verso il mondo, anche l'iconografia sacra privilegiava la dimensione transnazionale, in continuo movimento, anti-etnica, che era stata propria dell'impero romano al suo apice.


In questo sito bellissimo e dinamico trovate tutti i bassorilievi del Duomo di Fidenza, corredati da dettagliate spiegazioni storiche e iconografiche. Qualche anno fa, per il blog di cinema di Primo Casalini, un carissimo amico, scrissi una descrizione dei bassorilievi in forma di film.



La maniera più comoda ed economica per visitare Fidenza è prendere un treno regionale da Imola o Castel S. Pietro. Il duomo è a circa mezzo chilometro dalla stazione di Fidenza, dall'altra parte del centro. Accanto a l duomo c'è anche l'ottima Antica Trattoria il Duomo. Quando ci andai, seduto a un tavolo c'era Gene Gnocchi che leggeva il giornale. Appresi in seguito che la trattoria è quella della sua famiglia.

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